L’anno appena concluso ci ha portato a guardarci indietro e fare un bilancio di quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. È davvero curiosa la mente umana: ha bisogno di scadenze, di limiti temporali per fermarsi e porsi domande sulla vita. In realtà ogni giorno è buono per porsi la domanda più importante che possiamo farci: sono felice?
Bilanci e nuove partenze
Andiamo per gradi. Alla fine di ogni anno si valutano le attività portate avanti. C’è chi lo fa in maniera seria e puntuale, c’è chi pensa di non dedicare tempo a queste sciocchezze ma in realtà, dentro di noi, qualcosa accade e il bilancio, volenti o nolenti, arriva.
Si tirano le somme e si cerca di capire cosa è andato bene e cosa no.
Ad inizio anno ci si scambia auguri di un anno felice, in salute, in prosperità e che sia un anno migliore di quello passato.
La buona notizia è che ogni nuovo anno che inizia può essere realmente migliore di quello passato, la cattiva notizia è che sarà migliore se noi per primi agiremo in quella direzione.
Nuovo inizio: è davvero nuovo?
La speranza è sempre l’ultima a morire, così sentiamo dire spesso. E se la speranza avesse bisogno di un aiutino?
Credere in un cambiamento è il primo passo per vederlo realizzato. Credere che un nuovo anno possa portare un nuovo inizio, è necessario perché questo avvenga.
Ma credere non basta. Serve l’azione. Serve l’intento guidato dalla nostra stessa mano.
Molti di noi hanno paura dei cambiamenti e delle ripercussioni che essi avranno nelle nostre vite. Chi più e chi meno. Per la mente umana, avere la certezza che le cose seguiranno sempre la stessa modalità, è sinonimo di garanzia e sicurezza.
Immaginare di cambiare lavoro, chiudere una storia d’amore che non ci appartiene più, cambiare casa o trasferirsi è davvero una fatica enorme per la nostra mente.
E così ci lasciamo limitare senza rendercene conto e non siamo padroni della nostra vita. Della nostra felicità.
Come iniziare bene l’anno nuovo?
E quindi, come fare per cambiare questi meccanismi automatici? Iniziare a vederli è l’inizio, necessario e indispensabile. Lasciare i condizionamenti a poco a poco è il secondo passo.
Cambiare non ci porta a morire, come la nostra mente pensa. Muoiono parti di noi che non ci appartengono più, ma quelle parti lasciano spazio al nuovo, al divenire. E torniamo alla domanda di partenza: sono davvero felice? E la felicità non è data dal denaro, dal lavoro, dall’amore speciale accanto, dalla salute perfetta.
La felicità è a prescindere da tutto. Essere felici e liberi significa non avere condizionamenti e non lasciare che nessuna situazione o persona possa influire su essa.
Difficile? Sicuramente non automatico ma possibile. E quando riusciamo a guardare la nostra vita con il filtro del cuore, che è lo specchio di ciò che vogliamo nel profondo, la vita si trasforma e la felicità la ritroviamo proprio lì, seduta accanto a noi.
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